Parmenide
        
        
Nacque
        e visse ad Elea (Velia) tra il 510 e il 435 a.C. circa. Molto stimato
        dai suoi concittadini ebbe il compito di redigere le leggi della città di
        Elea (Velia) a cui gli abitanti della città dovevano giurare fedeltà appena
        raggiunta la maggiore età. Era tale la considerazione riposta
        in questo filosofo che fu mandato in missione diplomatica ad Atene nel
        450 a.C. per convincere Pericle a firmare un trattato di alleanza. A
        quanto pare il filosofo, accompagnato dal discepolo Zenone, passò più tempo
        a confrontarsi con i suoi pari, tra cui anche un giovane Socrate, che
        tra i politici. Di questo incontro Platone ne fece un resoconto, da cui
        traspare l'aspra contesa dialettica tra il pensiero di una periferia
        sia pur ricca e operosa ed il pensiero originato in Atene, allora faro
        della cultura greca.
        Il succo del pensiero di Parmenide può essere racchiuso nella
        convinzione della fallibilità dei sensi umani, cosa che ne fa
        un convinto razionalista, e nella convinzione dell'esistenza dell'Essere
        immutabile, ingenerato, finito , immortale, unico, omogeneo, immobile,
        eterno. Quest'ultima tesi viene dimostrata con una logica razionale utilizzando
        il principio di non contraddizione.
        Per Parmenide non c'è stata alcuna creazione in quanto l'Essere
        non può nascere dal nulla (non Essere). Inoltre paragona questo
        Essere ad una sfera, perché unico solido uguale in ogni sua parte.
        E' interessante notare che Einstein nella sua teoria della relatività vede
        l'Universo allo stesso modo, come una sfera.
        Secondo Parmenide pensare implica l'essere, ovvero se posso pensare a
        qualcosa allora questa esiste. In pratica se pensassi ad un fantasma
        allora questo fantasma esiste, perché in qualche modo, semplicemente
        pensandolo gli ho dato vita, magari solo nel mio cervello ma esiste.
        Ciò che non è non può neppure essere pensato. Il
        non essere è l'insieme di cose visibile ai nostri sensi, mentre
        l'Essere è la vera natura di quelle stesse cose. Volendo banalizzare
        potremmo ricorrere a Michelangelo, il quale spiegava le sue opere dicendo
        che si era limitato a togliere il marmo superfluo, liberando la statua
        contenuta nel blocco. Quindi la statua è l'Essere, il marmo superfluo
        il non essere o l'apparenza. (https://it.wikipedia.org/wiki/Parmenide)

 


